PALAZZO VIA BROLETTO -MILANO-

L'intervento interessa l'edificio situato all'angolo tra Via Broletto e Via Porrone ed ha avuto come finalità la stesura di un progetto di restauro dei due prospetti storici. Il palazzo è stato oggetto di un pesante intervento di ristrutturazione negli anni ‘60 che ha portato alla demolizione degli interni, con la sola conservazione dei fronti esterni su via Broletto e su via Porrone.

L’edificio storico, a seguito dell’importante intervento degli anni sessanta è ridotto, sostanzialmente, ad una pelle in muratura di mattoni pieni, addossata ad uno scheletro in calcestruzzo armato.

L’edificio è caratterizzato dalla presenza, in estrema sintesi, di 3 materiali principali, ossia, un basamento in granito rosa, un modanato, costituito da colonne e trabeazioni in calcarenite e gli sfondati in intonaco di malta di calce.

Sono presenti piccole porzioni in ferro battuto ed, infine, un portone in legno.

Il degrado dei fronti, invece, è di natura prevalente antropica. Su tutte le superfici, infatti, è presenti un vistosissimo, ed estremamente consistente, deposito superficiale di particellato ferroso, dovuto al passaggio, giornaliero, dei tram. Il deposito ferroso, derivante dai ferodi dei freni del tram, è accentuato dalla presenza, su entrambi i lati di via broletto, prospicienti alla facciata, delle fermate del tram stesso. Il deposito, come già accennato, estremamente consistente, ha causato una colorazione diffusa di tutti i fronti, facendo apparire le superfici di un colore rosso ruggine.

Tale degrado è più evidente nella parte bassa dell’edificio, piuttosto che nella parte sommitale.

Di origine antropica è anche il degrado dovuto a segni e scritte con bombolette di vernice sulla parte bassa dell’edificio. Le scritte, da quando è stato possibile osservare, sono state più volte rimosse, la sciando, inevitabilmente, alcuni aloni sulle superfici. Dobbiamo segnalare, comunque, che la natura della pietra, consente degli interventi più incisivi di pulitura, senza alcun degrado della pietra stessa.

L’intervento realizzato ha previsto una campagna diagnostica dei fronti esterni, diagnostica in situ (termografia attiva, stratigrafie, prove di assorbimento, microscopia in situ) e diagnostica di laboratorio, finalizzata alla stesura del progetto di conservazione e restauro dei fronti.